RITENZIONE IDRICA: UN APPROCCIO A 360°

Nella zona periferica si prevedono traffico congestionato e rallentamenti…oggi parliamo di viabilità? Certo che no, ma l’esempio si presta perfettamente se l’argomento in questione è la ritenzione idrica.

 

Con questo termine si indica un accumulo di liquidi negli spazi tra cellula e cellula (spazi interstiziali), che causa un gonfiore anomalo (edema) in alcune zone del corpo, specie quelle periferiche, come addome, cosce, glutei e caviglie.

È un disturbo tipicamente femminile, tanto che le stime ci dicono che il 30% delle donne presenta questo problema, ma anche l’uomo può soffrirne.

 

NOTIZIE SULLA VIABILITA’…DEL CORPO UMANO

 

Utilizzando il paragone fatto in precedenza possiamo pensare al nostro corpo come un’intricata rete di strade: sistema nervoso, sistema arterioso, sistema venoso e sistema linfatico.

In particolare gli ultimi due vie di rientro, ovvero si muovono dalla periferia verso il centro assolvendo funzioni molto importanti.

Le vene trasportano il sangue povero di ossigeno e carico di anidride carbonica e prodotti di scarto verso il cuore il tutto grazie alla pressione esercitata dal cuore stesso.

Parallelamente alle vene scorrono i vasi linfatici che attraverso la linfa si occupano, tra le altre cose, di drenare i tessuti dell’organismo mantenendo in equilibrio i fluidi del nostro corpo e di raccogliere le scorie presenti tra le cellule per poi inviarle a fegato, cuore, polmoni e linfonodi

Il motore del sistema linfatico sono i muscoli: grazie al loro meccanismo di contrazione-rilassamento si comportano come una pompa che spinge la linfa attraverso i vasi.

 

TRAFFICO INTENSO OVVERO L’ACCUMULO DI LIQUIDI.

 

Quando i nostri sistemi stradali sono sgombri la circolazione è scorrevole e non ci sono problemi. In particolari situazioni, invece, il traffico rallenta, le vene e i vasi linfatici non riescono a svolgere al meglio il loro lavoro “di pulizia” e questo determina il ristagno di notevoli quantità di liquidi.

Pertanto si può passare da una semplice sensazione di gonfiore, come quella che si prova dopo essere stati a lungo nella stessa posizione, ad una stasi di liquidi vera e propria, spesso sintomo di situazioni cliniche più importanti.

 

LE CAUSE DEI RALLENTAMENTI

 

Spesso la ritenzione è considerata un problema puramente estetico, ma in realtà le cause che possono determinarla sono di tutt’altro tipo:

  • Problemi circolatori: quando le pareti delle vene perdono la loro tonicità il sangue tende a ristagnare per maggiore tempo e questo fa sì che parte della sua componente liquida venga spinta negli spazi tra le cellule. Ecco la ritenzione da insufficienza venosa, detta anche ritenzione idrica primaria.
  • Patologie gravi: è la ritenzione di secondaria al cattivo funzionamento di organi vitali: cuore, reni e fegato.
  • Farmaci: antiinfiammatori, cortisonici, terapia ormonale sostitutiva e contraccettivi orali provocano un accumulo si liquidi soprattutto in casi di uso continuativo e prolungato.
  • Squilibri ormonali: il più eclatante è la sindrome pre-mestruale dove gli elevati livelli di estrogeni e progesterone circolanti alterano momentaneamente la capacità del corpo femminile di allontanare i liquidi, trattenendoli soprattutto nella zona addominale e negli arti inferiori.
  • Stili di vita scorretti: un’alimentazione sbilanciata associata all’inattività fisica favorisce il ristagno di liquidi.

   

ALIMENTAZIONE E INATTIVITA’ FISICA: FATTORI MODIFICABILI

 

Se abbiamo una ritenzione legata ad uno stile di vita scorretto la buona notizia è che è possibile lavorarci su.

Come? Prima di tutto riconoscendo i possibili errori e trovando le soluzioni

 

Sapore..di sale

Tra i possibili errori alimentari che determinano la ritenzione di liquidi, l’assunzione di elevate quantità di sale si guadagna il primo posto.

Il sale, o meglio il sodio che lo costituisce, è un minerale fondamentale per il buon funzionamento del nostro organismo, regola la pressione sanguigna e gli scambi di liquidi tra le cellule. In elevate quantità però la sua azione diventa negativa perché richiama più acqua di quanta non ne sia necessaria per le normali funzioni corporee determinando ipertensione e ritenzione

Non stiamo solo parlando solo di un uso eccessivo del sale da cucina, ma anche del consumo frequente di alimenti ai quali viene aggiunto: salumi, insaccati, patatine, alimenti pre-confezionati.

Ecco cosa possiamo fare:

  • Riduciamo l’assunzione del sale da cucina. L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia di utilizzarne al massimo 5 grammi al giorno. Un consiglio? Prova a pesarli per renderti conto di quanti sono! Con quella quantità si dovranno condire le verdure, i secondi piatti e dovranno bastarti anche per salare l’acqua della pasta!
  • Aggiungiamo il sale a cottura ultimata: la percezione di sapidità sarà maggiore e non sarà necessario aggiungerne altro.
  • Impariamo ad utilizzare più erbe aromatiche per insaporire i nostri piatti: in proporzione potremmo utilizzare meno sale e meno dadi da cucina.
  • Limitiamo l’utilizzo di prodotti conservati. Affettati, insaccati o prodotti in scatola contengono molto sale: non vanno eliminati, ma consumati saltuariamente preferendo invece prodotti freschi.
  • Facciamo attenzione agli snack salati: patatine, arachidi salate, prodotti da forno contengono quantità molto elevate di sale.
  • Leggiamo le etichette: cloruro di sodio, benzoato di sodio, glutammato monosodico…ecco alcune delle identità dietro cui si nasconde il sodio, non solo nel sale da cucina.

 

Evviva l’acqua!

 

Non dimentichiamo che per contrastare la ritenzione idrica è fondamentale garantire all’organismo un giusto apporto di liquidi: almeno un litro e mezzo di acqua distribuita su tutta la giornata. In caso di attività sportiva, sudorazione intensa o clima caldo la quantità andrà aumentata.

Vanno benissimo anche infusi e tisane oppure l’aggiunta di specifici prodotti naturali per favorire il fisiologico drenaggio dei liquidi: tarassaco, carciofo, cardo mariano, pilosella, orthosiphon e centella sono alcune delle piante che maggiormente aiutano in questo processo

Evitiamo invece di aggiungere zuccheri o di utilizzare bevande zuccherate: lo zucchero sovraccarica di lavoro il sistema venoso e linfatico.

 

Un aiuto da frutta e verdura!

Frutta e verdura sono sempre al centro dell’attenzione e in caso di ritenzione idrica ancora di più.

  • Apportano potassio, che contrasta l’azione del sodio avendo una funzione diuretica. 5 porzioni al giorno di frutta e verdura ci garantiscono il fabbisogno di questo minerale.
  • Contengono fibra e favoriscono la peristalsi intestinale. Evacuare con regolarità consente di non aumentare la pressione addominale che va a sua volta a rallentare il lavoro di vene e vasi linfatici.
  • Contengono vitamine, essenziali per depurare il sangue e aiutare il sistema linfatico. In particolare agrumi, kiwi, fragole, ciliegie, radicchio, spinaci, cavolfiori, pomodori, peperoni… sono ricchi di vitamina C, utile a tonificare i vasi sanguigni e ad eliminare i radicali liberi.
  • Contengono flavonoidi, polifenoli, antocianine e altre molecole funzionali indispensabili per preservare l’integrità dei vasi sanguigni. Perciò non facciamoci mancare mirtilli, more, ribes, piccoli frutti e uva.

 

Mai senza proteine!

 

Le proteine non servono solamente per “costruire” i muscoli, ma anche per mantenere l’equilibrio dell’acqua e dei Sali minerali all’interno dei vasi sanguigni. Una carenza di proteine fa sì che l’acqua esca dai vasi e vada a “gonfiare” i tessuti circostanti. Per fortuna è un evento non frequente, ma comunque da non sottovalutare. Pertanto rispettare la quota proteica giornaliera è fondamentale per garantire i fabbisogni e gli equilibri dell’organismo.

In particolare il pesce contiene oltre che a proteine nobili, anche acidi grassi polinsaturi ω3, in grado di migliorare l’elasticità delle membrane dei vasi sanguigni e di contrastare la formazione di trombi.

 

Movimento…lento!

 

Anche in questo caso la quantità di movimento gioca un ruolo fondamentale. Come visto prima al sistema linfatico serve una pompa muscolare efficiente per poter drenare i tessuti.

Ma se ci muoviamo poco, solo per le normali necessità quotidiane, non possiamo pensare che i vasi linfatici possano fare i miracoli.

Non dobbiamo diventare atleti professionisti, ma possiamo fare diventare il movimento parte integrante della nostra quotidianità:

  • Facciamo le scale anziché aspettare l’ascensore
  • Parcheggiamo la macchina un po’ più distante del solito…anche quella breve camminata sarà utile per la nostra circolazione.
  • Evitiamo di stare troppo seduti…o troppo fermi in piedi nella stessa posizione. Almeno una volta all’ora facciamo qualche piccolo movimento per sgranchire le gambe.

Questi sono solo degli esempi pratici a cui è possibile e consigliabile affiancare delle attività specifiche come corsa, walking o comunque qualsiasi attività che ci consenta di attivare la parte inferiore del corpo, ed in particolare i polpacci che se sollecitati si comportano esattamente come una pompa idraulica.

Non sono da escludere terapie manuali, come massaggi o linfodrenaggio previo parere di un medico specialista.

 

Non trascuriamo nemmeno l’aspetto emotivo: in alcuni casi la ritenzione determina nella persona che ne soffre un vero e proprio stress legato alla fatica ad entrare in sintonia con il proprio corpo e causando una vera e propria insoddisfazione

 

Il lavoro da fare per contrastare la ritenzione idrica spazia a 360°: alimentazione bilanciata, attività fisica, passando attraverso una riduzione dello stress e ad un miglioramento della qualità del sonno e ad una positiva accettazione del proprio corpo.

Emanuel Mian & Emanuela Russo
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