Fame nervosa

La fame nervosa (emotional eating) è la causa principale dei problemi di peso per una donna su tre e, complessivamente, per il 33% delle donne e il 19% degli uomini.

 La fame – intesa come necessità di nutrirsi  – è un’esigenza fisiologica. È un po’ come la spia dell’automobile che ci dice che non c’è più benzina e quindi dobbiamo fare rifornimento, per evitare di fermarci.

L’appetito, viceversa, ha a che fare con la sfera psicologica e con le emozioni che in ogni caso stimolano a loro volta reazioni fisiologiche involontarie, per favorire – in qualche modo – l’assunzione degli alimenti (per esempio, attraverso la salivazione e le contrazioni dello stomaco).

È il desiderio di cibo che ci spinge verso alimenti che ci danno più piacere, soddisfazione e senso di benessere ed è sempre il desiderio di cibo che ci permette di associare all’atto del mangiare sensazioni positive come piacevolezza, convivialità, gratificazione, condivisione. Per questo si parla di alimentazione emozionale.

I comportamenti collegati all’alimentazione emozionale sono molteplici e non sempre suscitano emozioni positive: possono variare dall’alimentazione incontrollata alla sindrome da alimentazione notturna, fino all’abitudine di sgranocchiare in continuazione, di “piluccare” nervosamente qualcosa nelle ore lontane dai pasti principali, abitudine che può assumere nomi diversi in base a diversi comportamenti (grignotage, snacking, grazing etc).

I due aspetti della fame nervosa

La fame nervosa è caratterizzata da due elementi principali.

Il primo elemento è la continuità, che differenzia la fame nervosa dalla fame fisiologica. Quest’ultima, infatti, si esaurisce nel momento in cui raggiungiamo un adeguato livello di sazietà, la fame emozionale – invece – non si placa neanche riempiendosi lo stomaco fino ad abbuffarsi. La fame nervosa si ripresenta in modo indipendente dai pasti consumati e si associa a stati d’animo ed emozioni scomode, quali – solo per citarne qualcun’una – l’ansia, la tristezza, la rabbia, il nervosismo, la noia (Vedi anche Affrontare le proprie emozioni)

Queste emozioni scatenano un bisogno impellente e irrefrenabile di cibo che determina una perdita di controllo che può portare a un’abbuffata ma anche al cosiddetto grignotage, cioè alla tendenza a sgranocchiare e a “piluccare” in continuazione.

L’oggetto del desiderio è rappresentato dai classici cibi “proibiti” in un regime dimagrante, soprattutto dolci e snack salati.

 Il secondo elemento è la velocità.  La fame nervosa ha una dinamica impellente,  fulminea, vorace. Chi soffre di attacchi di fame ingerisce il cibo a grandi bocconi, senza masticarlo  e spesso, senza neppure assaporarlo. Fateci caso quando mangiate: vi sembra di avere inserito il “pilota automatico”? Il risultato che si innesca è una sgradevole sensazione di pienezza gastrica che ci spinge, per esempio, ad allentare la cintura o addirittura a slacciare il bottone dei pantaloni.

Gli attacchi di fame esprimono la fatica di gestire stati d’animo difficili

Un attacco di fame improvviso può capitare a tutti, soprattutto in momenti di particolare stress, tensione o in periodi delicati o difficili o di cambiamenti radicali della propria vita (un lutto, un trasloco, un cambio di città o di lavoro, difficoltà a relazionarsi con una persona, la fine di un amore, etc).

L’alimentazione emozionale che è alla base degli attacchi di fame nasce dalla fatica di gestire stati d’animo ed emozioni difficili da gestire , in genere passeggeri. Il permanere nel tempo di questi comportamenti può avere ripercussioni sulla salute anche perché in questi momenti tendiamo a scegliere alimenti più ricchi di grassi e di zuccheri che ci offrono maggiore conforto (comfort foods). La mancanza di attività fisica, la cattiva qualità degli alimenti, il caos nutrizionale di pasti e continui spuntini, l’alternanza di abbuffate a periodi di digiuno a lungo andare “pesano” e non solo sulla bilancia.  Possono subentrare cattiva digestione, insonnia,  etc fino ad arrivare a disordini alimentari veri e propri; a risentirne sono anche l’autostima, il valore che si dà alla propria persona, l’efficienza sul lavoro, la vita di relazione e la vita di coppia, etc. Volendo fare un esempio, la fame nervosa è uno degli elementi caratteristici del binge eating disorder, noto anche come sindrome da alimentazione incontrollata.

La complessa correlazione tra cibo, emozioni, corpo e autostima