La motivazione a perdere peso con la chirurgia

Una motivazione estetica forzatamente dettata dallo stigma

La motivazione a perdere peso è sostenuta per lo più da una motivazione estetica, dal desiderio di migliorare il proprio aspetto fisico, soprattutto nelle donne, più che dalla reale preoccupazione per la propria salute. Questo è comprensibile ma non deve essere interpretato erroneamente. Non parliamo di vanità, ma mi riferisco allo stigma verso le persone affette da obesità che è sotto gli occhi di tutti: ogni giorno.

Pregiudizi negativi e discriminazioni nei riguardi delle persone obese sono potenti quanto subdoli e sottili. Nei Paesi occidentali, il mito sociale della magrezza è predominante: nell’immaginario comune la si associa a idee di giovinezza, bellezza, sex appeal, migliore capacità lavorativa, successo etc ancora prima che alla salute.

Questo provoca gravi discriminazioni e finisce per generare negli stessi soggetti affetti dall’obesità sentimenti di inferiorità, vergogna e colpa che tendono a perpetuare e alimentare il problema di fondo che ha dato origine all’eccesso di peso e all’alimentazione disturbata.

Non  è raro che siano gli stessi medici o il personale paramedico a nutrire pregiudizi verso le persone con peso in eccesso, anche fossero solamente in sovrappeso – pregiudizi spesso automatici e purtroppo molto diffusi – che possono esercitare una segreta e pesante influenza sull’accesso alle cure e sull’efficacia stessa dei trattamenti.

Forte impatto sulla qualità della vita , sin dalle più piccole cose
Inoltre, il desiderio di intervento avviene anche per le fortissime limitazioni nella vita quotidiana che l’obesità comporta. Anche solo allacciarsi le scarpe o fare la doccia o fare quattro passi per andare a prendere i propri figli a scuola diventa realmente una impresa titanica.

Ritrovare la propria autostima
Sappiamo che esiste una stretta associazione tra obesità e insoddisfazione della propria immagine corporea e  l’obesità costringe le persone che ne sono affette a continue lotte interne sia con se stesse, per la non accettazione del proprio corpo, sia verso il mondo circostante, per guadagnarsi la stima e il riconoscimento altrui.