La cucina sensoriale
Impastare il pane, infornarlo e godere del suo profumo fragrante che man mano riempie la stanza, fare i biscotti, tirare la sfoglia fine tra le dita, lavare la verdura e sentirne la differente consistenza delicata o carnosa, la superficie liscia o ruvida, il colore, l’umidità, l’aroma dei succhi. In tutti questi semplici gesti, si realizza il diretto contatto con la materialità del cibo che entra in assonanza con la nostra capacità creativa.
La riscoperta di un rapporto multisensoriale con ciò che nutre corpo ed emozioni
Esercitando gusto, tatto e olfatto si può compensare l’impoverimento della sfera sensoriale prodotto dalla vita frenetica di ogni giorno. Forse anche per questo, la cucina sta tornando così in auge come universo di degustazione e come laboratorio del piacere e del fare sano. Il cibo, del resto, è un bisogno del corpo ma anche dell’anima. Mettersi ai fornelli consente di gestire questo bisogno e di soddisfarlo, nutrendosi di sensazioni che saziano l’anima oltre al palato.
A questo proposito, si spiega il successo e la diffusione di corsi di cucina, per ogni livello e ogni interesse. Scegliere gli ingredienti, toccarli e annusarli, porta a riscoprire il lato positivo della tavola, a riarmonizzare il rapporto con la dieta, puntando più sulla qualità che sulla quantità di ciò che si mangia. In questo modo, la fame perde i suoi connotati di ansia e, durante le lezioni di gruppo, che Emotifood organizza periodicamente, il lavoro collettivo funziona come una terapia in cui la condivisione di valori positivi promuove miglioramenti nello stile alimentare di ciascuno dei partecipanti.
NB. Anche nel suo nuovo libro – MINDFOODNESS – Emanuel Mian approfondisce il concetto di mindful eating.