G…come GELATO a PRANZO. Si può fare?

È uno di quegli alimenti che non conosce stagione, ma in estate diventa il protagonista assoluto: rinfrescante, pratico, digeribile, confezionato o artigianale, da mangiare da soli o in compagnia…comunque sia quando il caldo si fa sentire diventa un rito irrinunciabile.

I bambini lo preferiscono a merenda, gli adulti dopo cena, ma dal punto di vista nutrizionale come lo si considera? Una merenda? Un dolce da mangiare occasionalmente o un alimento in grado di sostituire un pasto?

 


UNO SGUARDO DENTRO

Il gelato si ottiene dalla miscelazione e dalla lavorazione di numerosi ingredienti: latte, zucchero, uova, panna e acqua sono i fondamentali. Vengono poi aggiunti dei prodotti specifici chiamate “basi”, costituite da proteine del latte, fibre vegetali, zuccheri, stabilizzanti ed emulsionanti, ed infine frutta, frutta secca (nocciole, pistacchi..), cioccolato…

Il prodotto che si ottiene sarà costituito da:

  • proteine ad alto valore biologico fornite dal latte e dalle uova
  • zuccheri semplici dati dallo zucchero bianco (saccarosio) e da altri zuccheri come destrosio, glucosio e fruttosio e dalla frutta
  • grassi presenti nel latte, nelle uova e nella panna e nei vari ingredienti che vengono aggiunti per creare i vari gusti.

Sono presenti inoltre Sali minerali, come calcio e fosforo, vitamine (A, gruppo B) e una minima quantità di fibra.

PUO’ SOSTITUIRE UN PRANZO?

Dal punto di vista nutrizionale è un alimento completo, ma non pienamente bilanciato, fornisce cioè proteine, carboidrati e grassi ma non nelle proporzioni corrette per costituire un vero e proprio pasto.

Quindi cosa si fa? Si usano come sempre equilibrio e buon senso che ci porteranno a consumarlo come pasto una, massimo due volte alla settimana, specie in quei giorni dove il caldo si fa insopportabile o il tempo per sedersi a tavola scarseggia.

I GUSTI

A questo punto la domanda sorge spontanea: meglio gusti crema o frutta?

Le creme sono le più “ricche” perché realizzate con latte, uova e talvolta panna (che forniscono la componente proteica e grassa), zucchero (che dà l’energia immediata) e l’ingrediente caratterizzante (cacao, pistacchio…) che dà il sapore finale.

100 grammi di prodotto apportano, in media, tra le 180 e le 230 Kcal, circa 10-15 g di grassi e tra i 20 e i 30 g di zuccheri.

Più la ricetta è elaborata e più i valori nutrizionali subiscono variazioni, soprattutto per i gelati artigianali dove la ricetta è “personale”.

I gusti frutta sono considerati più leggeri rispetto alle creme perché la loro base è acqua, zucchero e frutta; alcune ricette prevedono anche la presenza di latte.

Il gelato alla frutta offre una buona dose di energia grazie agli zuccheri e un discreto apporto di fibra, Sali minerali e vitamine; manca invece la componente proteica e grassa.

In 100 grammi di gelato alla frutta troviamo 130-180 Kcal e 35 g di zuccheri, nessun grasso o pochissime proteine. L’eventuale aggiunta di latte farà aumentare la quota calorica e proteica

La soluzione ideale per sostituire un pranzo è quella di combinare gusti crema e frutta così da avere un buon mix tra proteine, grassi e zuccheri ed evitare che il carico glicemico sia troppo elevato.

Meglio ancora se riusciamo ad aggiungere della frutta vera e propria: l’apporto di fibra aumenterà il senso di sazietà.

Meglio rinunciare ai topping a base di caramello, cioccolato, granelle di zucchero o alle aggiunte di panna perché la quota di zuccheri e grassi salirebbe eccessivamente

Consideriamo sempre che l’effetto saziante del gelato è limitata nel tempo, perciò organizziamoci per avere eventualmente a portata di mano uno spuntino equilibrato per il tardo pomeriggio, evitando così di arrivare a cena eccessivamente affamati.

 

CONO, COPPETTA O VASCHETTA? QUESTO E’ IL PROBLEMA..

La differenza tra cono e coppetta è di tipo qualitativo: con la coppetta l’apporto di nutrienti è limitato a quello fornito dal gelato, con il cono va aggiunta una piccola quota di carboidrati complessi dati dalla cialda, ma nel complesso la variazione minima.

Con la vaschetta, invece, il ragionamento va fatto in termini quantitativi, perché il rischio è quello di eccedere.

ARTIGIANALE O CONFEZIONATO?

Le differenze riguardano la qualità degli ingredienti, il metodo di produzione, il tempo di conservazione.

Nel gelato artigianale si dovrebbero utilizzare ingredienti freschi e di prima qualità, miscelati secondo una personale ricetta, per creare un prodotto finito “unico e diverso”. Viceversa potremmo definire “standard” il gelato industriale: ogni produttore ha una propria ricetta che si ripete uguale a ogni produzione.

È diversa anche la percentuale di aria che viene insufflata durante la produzione: nel gelato artigianale è pari a circa il 30-50% del prodotto, in quello industriale arriva fino al 100%. Ecco spiegata la differenza di consistenza: tanto corposo il primo, quanto etereo il secondo.

Altra differenza è il tempo: il gelato artigianale viene preparato fresco ogni giorno, quello industriale invece no, motivo per cui nell’etichettatura viene dichiarata la presenza di conservanti.

Tutto sta comunque al gusto personale e non c’è una scelta migliore dell’altra.

 

Indipendentemente dalle nostre scelte e dai gusti personali è importante ricordare che anche il pranzo con il gelato è comunque un pasto e come tale merita tutta la nostra attenzione.

Sediamoci, assaporiamolo con calma in modo da percepire bene ogni gusto…insomma, dedichiamogli e dedichiamoci tempo. In fondo si tratta della nostra pausa pranzo!

Emanuela Russo
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