L’etichetta nutrizionale… questa sconosciuta!

L’etichetta serve a identificare esattamente un prodotto. L’etichetta nutrizionale è presente per Legge su tutti i prodotti preconfezionati, ma molto spesso non le concedi – confessalo – neppure uno sguardo. Male, e sai perché? Te lo spiego qui sotto.

Fermati un attimo e rifletti: che cosa determina la tua scelta rispetto all’acquisto di un prodotto? La forma e il colore della confezione, l’immagine presente sul pacchetto o ancora, il relativo messaggio pubblicitario che gira in tv o nei canali social? Le industrie alimentari (e non solo) arruolano sociologi, psicologici etc per creare packaging sempre più originali che possano attrarre la tua attenzione e stimolare la tua voglia di “buono” e “gustoso”.

Per non cadere nella loro trappola, credi a me, esiste solo un metodo davvero infallibile: imparare a leggere l’etichetta del prodotto. Punto. E da lì non si scappa, perché è tutto scritto nero su bianco (se impari a tradurre le informazioni riportate). Avrai così un metro di misura impeccabile per capire se quello che stai per mettere nel carrello gioverà alla tua salute e, da non sottovalutare, al tuo girovita oppure no.


Memorizza bene gli appunti che trovi a seguire e sarai per sempre fuori pericolo (te lo prometto), salvo non cedere alla tentazione contro la quale nulla puoi, se non sfoderare la tua forza di volontà.

  1. Fai attenzione all’ordine in cui compaiono gli ingredienti
    Per Legge, essi devono essere riportati in ordine decrescente di quantità (peso) (fanno eccezione i preparati a base di frutta o verdura mista), un primo indizio questo per comprendere da cosa è composto l’alimento che stai valutando di acquistare. In pratica, il primo ingrediente è più abbondante del secondo, che a sua volta lo è rispetto al terzo e così via.
  2. Verifica la presenza di additivi
    Gli additivi comprendono tutte quelle sostanze usate come conservanti, coloranti, emulsionanti, antiossidanti, correttori di acidità, esaltatori di sapore, etc. Sono sostanze in genere indicate con il loro nome, per esempio, acido citrico (correttore di acidità), oppure con una sigla numerica preceduta dalla lettera E (per es E330 sempre per l’acido citrico); .
    Se contenuti in elevate quantità, gli additivi sono infatti indice di scarsa qualità dell’alimento, poiché vengono quasi sempre utilizzati per compensare materie prime di poco valore, o per mascherare l’assenza di alcuni ingredienti costosi. Di solito si trovano alla fine dell’elenco ed è quasi impossibile evitarli del tutto poiché servono per conservare la maggior parte dei prodotti che si acquistano al supermercato. Di molti additivi non è stata provata alcuna conseguenza negativa sulla salute, ma non si sa nemmeno se a lungo termine essi possano diventare nocivi. Tra quelli da tenere sotto controllo ci sono:

    1. i nitrati e nitriti utilizzati in salumi, insaccati e carni lavorate. I nitrati, se presenti in piccole quantità, non sono pericolosi mentre i nitriti, che si legano alle ammine presenti in altri cibi, tendono a formare le cosiddette nitrosammine, sostante considerate potenzialmente cancerogene;
    2. i polifosfati presenti nel prosciutto cotto, nella spalla cotta e nei formaggi fusi, con l’intento di renderli più morbidi e succosi. I polifosfati possono provocare disturbi digestivi e poiché forniscono all’organismo quantità massicce di fosforo, che a sua volta provoca una perdita di calcio, sono ritenuti dannosi per ossa e denti. Il consiglio è quello di acquistare solo prosciutto cotto di alta qualità che per legge deve esserne privo;
    3. i solfiti (E220-E228) considerati irritanti per il tubo digerente e nemici della vitamina B1 (fondamentale per il sistema nervoso) poiché tendono a distruggerla. Possono anche dare reazioni allergiche e si pensa siano una delle cause alla base dell’iperattivismo infantile (disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività, ADHD);
    4. il sorbitolo e il mannitolo, dolcificanti che possono causare problemi allo stomaco.
  3. Fai attenzione a non confondere le calorie per 100 grammi con quelle per pezzo (porzione). Alcuni produttori, infatti, indicano anche i valori per porzione di riferimento dell’alimento. Un altro consiglio.
  4. Non bisogna soffermarsi solo sulle calorie ma anche sulla quantità
    Alludo agli zuccheri presenti sul totale dei carboidrati o sui 100 g di prodotto.
    Per esempio, se un alimento contiene 35 g di zuccheri su 100 g di prodotto vuol dire che per il 35% è fatto di zuccheri, quindi è sicuramente molto dolce e il suo consumo sarà da soppesare rispetto alle condizioni della persona e al suo stile di vita. Una volta ogni tanto va bene, tutti i giorni diventa critico. Un discorso analogo può essere fatto per i grassi saturi rispetto al totale dei grassi contenuti nell’alimento. Ricavare queste informazioni può essere utile a dare un giudizio complessivo sulla qualità dell’alimento o quanto meno permette di essere consapevoli di cosa si sta assumendo rispetto alla propria condizione. Un esempio può essere la differente tabella nutrizionale tra burro e olio extravergine d’oliva (evo). Il burro ha circa l’83% di grassi di cui quasi il 49% sono acidi grassi saturi mentre l’olio extravergine di oliva ha il 99.9% di grassi totali ma solo 14.5% sono grassi saturi. Analogamente è possibile fare il confronto tra diversi tipi di prodotti di una stessa categoria per poter scegliere in maniera più consapevole un alimento. Sembra difficile ma è più facile da farsi che da dirsi, credimi!
  5. Verifica il valore nutrizionale dell’alimento
    Per farlo, controlla il suo contributo in termini energetici, e di presenza di vitamine, minerali etc. sia come valore assoluto che come valore percentuale rispetto alla razione giornaliera raccomandata (RDA). Questa scala di valori, elaborata dalla Food and Drug Administration, ti fornisce infatti un’indicazione sul fabbisogno giornaliero dei vari nutrienti e sul contributo dell’alimento alla sua copertura. Alcune etichette, riportano i LARN ovvero i Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana (IV Revisione, 2014).
  6. La recente etichettatura riporta il valore del sale
    Nelle etichette precedenti veniva indicato il valore del sodio. Il reale pericolo per la salute è rappresentato dal sodio ma i legislatori hanno preferito dare priorità alla semplicità di comunicazione in quanto il consumatore percepisce meglio cosa sia il sale rispetto al sodio. Niente paura: ecco un piccolo calcolo per convertire il sale in sodio: dividi la quantità di sale (esempio 5 g) per il fattore di conversione 2,5 (5:2,5 = 2 g di sodio). Semplice, no?
  7. Attenzione agli allergeni
    L’etichetta deve riportare l’elenco delle sostanze che possono essere causa di intolleranze e/o allergie.
  8. Origine e provenienza dell’alimento
    Per alcune categorie alimentari come carne, frutta e verdura, tale informazione è obbligatoria.
  9. Non dimentichiamo le condizioni di conservazione
    Alcuni alimenti devono essere conservati in un certo modo per consentire il loro mantenimento in condizioni ottimali. Un esempio? Un vasetto di marmellata può essere conservato a temperatura ambiente prima di aprirlo ma dopo l’apertura deve essere conservato in frigorifero, altrimenti la muffa lo divorerà rapidamente. Altro esempio: ci sono alimenti surgelati che si possono cucinare ancora congelati altri che prima della cottura devono essere scongelati, ne va delle loro preziose proprietà.
  10. Altre informazioni, a volte fuorvianti
    Negli ultimi anni sono riportate sulla confezione una serie di informazioni/slogan che decantano una o più proprietà nutrizionali dell’alimento con un riferimento più o meno esplicitato di effetti sulla salute. Esempio “senza calorie”, “a basso contenuto di grassi”, “senza grassi”, “senza zuccheri”, “ricco di omega-3”, “fonte di fibre”, “fonte di calcio, il calcio è necessario per il mantenimento di ossa normali”, e simili. Tali diciture permettono al produttore di valorizzare il proprio prodotto e al consumatore di fare scelte più attente. Esiste un regolamento ben preciso che indica quando e come un produttore può indicare una certa dicitura. E’ sicuramente molto utile capire e leggere queste indicazioni nutrizionali e di salute ma occorre imparare ad evitare di essere tratti in inganno. Faccio un esempio, per capirci. La dicitura “senza zucchero” può trarre in inganno molte persone (che magari hanno anche il diabete) perché di per sé non è garanzia di assenza di sostanze dolcificanti che possono comportarsi come lo zucchero. Occorre quindi leggere gli ingredienti perché spesso i prodotti senza zucchero contengono amido di mais, sciroppo di glucosio, sciroppo di fruttosio, maltosio, ecc. Meglio scegliere un prodotto con la dicitura è “senza zuccheri aggiunti”.
  11. La data di scadenza
    Non fa parte dell’etichetta nutrizionale ma è comunque un dato rilevante. La data di scadenza di un alimento non va confusa con il Termine Minimo di Conservazione (TMC). La data di scadenza viene indicata con la dicitura “da consumarsi entro” mentre il secondo riporta la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”. Consumare l’alimento dopo la data di scadenza espone a rischio di intossicazione alimentare mentre consumarlo dopo il TMC non è pericoloso ma l’alimento può perdere sapore e consistenza.

Analizziamo ora in dettaglio tutte le voci presenti sull’etichetta:

Valore energetico
Kcal Indica l’energia, espressa in chilocalorie, fornita da 100 g di alimento
Kj Indica l’energia, espressa in chiloJoule, fornita da 100 g di alimento
PROTEINE Indica i grammi di proteine contenute in 100 g di alimento
CARBOIDRATI Indica i grammi di carboidrati contenuti in 100 g di alimento
di cui zuccheri…
di cui amido …
Indica, rispettivamente, la quantità di zuccheri semplici e di amidi (carboidrati complessi formati da catene di zuccheri semplici) presenti in 100 g di alimento
GRASSI Indica i grammi di grassi contenuti in 100 g di alimento
di cui saturi…
di cui monoinsaturi… di cui polinsaturi …
Indica, rispettivamente, la quantità di grassi saturi, grassi monoinsaturi e grassi polinsaturi presenti in 100 g di alimento
FIBRA Indica i grammi totali di fibra contenuti in 100 g di alimento
di cui fibra solubile…
di cui fibra insolubile …
Indica, rispettivamente, la quantità di fibra solubile e fibra insolubile  presente in 100 g di alimento
SODIO Indica i grammi di sodio contenuti in 100 g di alimento
Vitamine (B1, B6, PP e altre) e Sali minerali Indica il contenuto di vitamine e sali minerali  in 100 grammi di alimento

Emanuela Russo
Chiedi agli esperti


Fonti

Movimento Consumatori – Impariamo a leggere le etichette
Guida per una sana e consapevole scelta alimentare.

Ministero della Salute – Leggi l’etichetta e scegli l’alimento giusto.

Ministero della Salute – Etichettatura degli alimenti. Che cosa dobbiamo sapere.

Come leggere un’etichetta. Commissione Europea – Salute e tutela dei consumatori

Gouget C – Guida tascabile agli additivi alimentari. Macro Ed, 2008