BIOIMPEDENZA: uno sguardo oltre al semplice peso

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Quando vogliamo conoscere la nostra condizione fisica in termini di peso il più delle volte ci affidiamo alla bilancia di casa, che, per quanto precisa, ci dà come rimando sempre un numero.

Eppure è capitato a tutti che dopo ore passate in palestra e dopo essersi chiusi gli occhi per non farsi tentare da qualche prelibatezza quel “numero” sulla bilancia non torni: uguale a prima o a volte persino superiore.

Ecco, prima di rompere la bilancia è bene sapere che il peso è davvero solo un dato numerico, al limite un indicatore, tra l’altro poco affidabile, del nostro andamento ponderale, ma nulla di più.

Il peso varia durante la giornata ed è influenzato da diversi fattori: assunzioni di cibi (soprattutto salati), ritenzione idrica, irregolarità intestinale, fase del ciclo mestruale, farmaci, stagionalità

Questo è il motivo per cui quando si va da un esperto di nutrizione viene sconsigliato di pesarsi tutti i giorni.

 

Ma allora come si fa ad avere un dato preciso sullo stato del proprio peso? Attraverso la bioimpedenziometria, un’analisi non invasiva che ci permette di conoscere la reale composizione del nostro corpo…insomma tutto quello che c’è dietro al “numero”.

 

Bioimpedenziometria: che cos’è?

La bioimpedenziometria è la più innovativa tra le tecniche “non invasive” di valutazione della composizione corporea e di distribuzione dei fluidi corporei. È un esame di tipo bioelettrico, rapido e non invasivo, che utilizza un’apparecchiatura elettronica e un sofisticato software.

 

Come si esegue?

La bioimpedenziometria (test BIA) si esegue ponendo due elettrodi sul dorso della mano e due elettrodi sul dorso del piede; gli elettrodi sono collegati, grazie a dei morsetti, allo strumento di misurazione. Quindi si immette una corrente elettrica alternata, non invasiva, a bassissima intensità (impercettibile al paziente) e ad alta frequenza, veicolata attraverso gli elettrodi. Tale corrente, viaggiando lungo tutto il corpo, incontrerà differenti resistenze in base alla diversa composizione dei tessuti corporei.

Il test misura la bioimpedenza, cioè la resistenza che il corpo ha al passaggio della corrente elettrica. Nel corpo umano, i tessuti non grassi contengono acqua ed elettroliti e quindi si oppongono meno al passaggio di una corrente (minore resistenza): in particolare, l’acqua è un ottimo conduttore di corrente elettrica. Al contrario la massa grassa, così come le ossa, è una cattiva conduttrice di elettricità. La diversa composizione in massa magra e muscolare, massa grassa e acqua corporea può essere valutata misurando il tempo di conduzione elettrica dagli elettrodi della mano a quelli del piede.

 

Quali dati fornisce il test BIA?

L’elaborazione attraverso vari algoritmi dei dati di bioimpedenza ottenuti consente di valutare diversi parametri, ecco i principali:

  • peso e percentuale della massa magra (Free Fat Mass, FFM): include muscoli, ossa, minerali e altri tessuti non grassi (Massa Tissutale Attiva, ATM). È formata indicativamente dal 73% di acqua, il 20% di proteine e il 7% circa di minerali;
  • Massa cellulare (Body Cellular Mass, BCM): è la componente metabolicamente attiva dell’organismo.
  • peso e percentuale della massa grassa (Fat Mass, FM) che comprende il tessuto adiposo esterno (grasso sottocutaneo) e il tessuto adiposo interno (grasso viscerale);
  • peso e percentuale della massa extracellulare (ECM), formata da tessuti e fluidi esterni alle cellule;
  • acqua corporea totale (Total Body Water, TBW): in un uomo adulto, rappresenta circa il 60%, valori superiori sono riscontrabili nei bambini e valori inferiori nei soggetti con obesità, per il maggior contenuto di massa grassa;
  • acqua intracellulare (Intra Cellular Water, ICW): è l’acqua contenuta all’interno delle cellule, che si riduce con l’avanzare dell’età;
  • acqua extracellulare (Extra Cellular Water, ECW): comprende tutti i fluidi che si trovano all’esterno delle cellule (plasma, saliva, linfa, fluidi oculari, succhi gastrici e digestivi, sudore, liquido cefalorachidiano, fluidi extracellulari);
  • rapporto sodio/potassio: questo rapporto è un indice del buon funzionamento o meno della cellula. Il rapporto ideale è 1:1; variazioni possono indicare stati di iperidratazione o disidratazione cellulare.
  • Angolo di fase: misura la relazione fra resistenza e reattanza.
    In un soggetto sano questo valore è compreso tra 6 e 7 gradi. Valori sotto i 5 gradi indicano una rottura delle membrane cellulari o un accumulo di fluidi extracellulari (ritenzione idrica).
    Valori intorno ai 10 gradi indicano forte disidratazione o BCM superiori alla norma, come nel caso di sportivi professionisti.

 

Un dietologo quando utilizza la bioimpedenziometria?

La risposta dovrebbe essere “sempre”.

Questo perché, come già detto, è difficile valutare i progressi ottenuti basandosi solamente sul peso.

Facciamo un esempio: se con la dieta si perdono 2 litri d’acqua perché c’era della ritenzione idrica e si guadagnano 2 Kg di massa muscolare grazie all’allenamento, quello che il dietologo vedrà sulla bilancia sarà sempre lo stesso numero. Con il test BIA eseguito al primo colloquio e ripetuto al controllo l’esperto potrà invece vedere il reale cambiamento attraverso i dati forniti dallo strumento. Una bella differenza!

La bioimpedenziometria (BIA test) consente in pochi minuti di capire se lo stato nutrizionale, il regime dietetico e/o l’attività fisica seguite dalla persona sono idonee e adeguate per la sua salute in base all’età, al peso corporeo, al sesso, allo stile di vita etc.

La misurazione del peso e il calcolo dell’Indice di Massa Corporea ( Body Mass Index, BMI), che comunque sono importanti e vengono fatti, consentono però solo una stima generica dell’adiposità totale e non consentono di capire – per esempio in caso di dimagrimento – se il soggetto sta perdendo massa grassa, acqua o massa muscolare, parametri che – invece – il bioimpedenziometro consente di determinare.

Con la bioimpedenziometria, inoltre, si può monitorare la perdita di peso, facendo in modo che il paziente perda esclusivamente Massa Grassa (FM) e non danneggi quindi il suo stato nutrizionale. In questo modo, è anche più difficile che il corpo recuperi il peso perso.

 

Il BIA test viene utilizzato anche in ambito sportivo?

La bioimpedenziometria è uno dei primi test che si fanno sull’atleta, prima di elaborare un programma alimentare e di allenamento: indipendentemente dallo sport e dal livello a cui si pratica per uno sportivo è fondamentale tenere sotto controllo la propria composizione corporea.

Con il BIA test si ha una stima attendibile dello stato fisico/nutrizionale e di idratazione, del grado di sovrappeso/obesità, del metabolismo basale e del relativo dispendio energetico individuale. 

Grazie al BIA test lo specialista può così comprendere ad esempio se si è di fronte ad una perdita di massa magra dovuta ad un’alimentazione insufficiente o ad un allenamento troppo intenso; oppure se il livello di idratazione è ottimale: anche piccole riduzioni dell’acqua extracellulare (ECW) si traducono in un calo considerevole della performance sportiva oltre che in uno stress cardiaco considerevole durante la prestazione sportiva.

Tutte informazioni utili per:

  • programmare un corretto allenamento e la scelta dei tempi di recupero
  • stabilire un adeguato programmazione nutrizionale
  • valutare l’Angolo di Fase come indice di stato fisico generale
  • verificare i miglioramenti ed evitare gli stati di superallenamento
  • valutare il metabolismo basale e il dispendio energetico
  • migliorare la forma fisica e la performance

 

In quali altri ambiti può venire utilizzata?

La bioimpedenziometria ha molte applicazioni sia cliniche che non.

In nefrologia viene usata nei pazienti sottoposti a dialisi per comprendere lo stato di idratazione e aggiustare la terapia dialitica oppure nei pazienti con insufficienza renale cronica per valutare lo stato nutrizionale in seguito alla somministrazione di diete a contenuto proteico controllato che potrebbero indurre malnutrizione.

In medicina interna fornisce informazioni utili per valutare edemi, asciti o accumuli di liquidi localizzati.

Viene utilizzata anche in pediatria, ginecologia, chirurgia e ovunque vengano richieste le informazioni date dallo strumento.

In ambito estetico viene utilizzata per valutare la ritenzione idrica (eccesso di ECW) in coloro che soffrono di cellulite con lo scopo di elaborare un programma mirato per ridurre questo estetismo

 

E se in casa ho una bilancia impedenziometrica?

In commercio sono molto diffuse le bilance impedenziometriche, cioè una bilancia pesapersone elettronica che funziona sulla base dei principi dell’impedenziometria. La bilancia, sulla base di alcuni algoritmi, consente di dedurre i valori di massa magra, massa grassa e acqua corporea totale oltre ovviamente il peso.

È uno strumento utile, ma molto meno preciso rispetto allo strumento e il motivo è legato alla distribuzione dei fluidi corporei. Sulla bilancia il corpo è in posizione eretta e i fluidi tendono ad accumularsi sugli arti inferiori, generando così un piccolo errore di misurazione. È indicata perciò a soggetti normonutriti e normoidratati.

In tutti gli altri casi è preferibile ricorrere al BIA test dove, grazie alla posizione distesa del corpo, i fluidi saranno adeguatamente distribuiti e l’analisi dello strumento darà informazioni precise.

 

Chi può eseguire l’esame?

Tutti i pazienti possono eseguire l’esame, tranne chi:

  • è portatore di Pace Maker (stimolatore cardiaco)
  • è portatore di neurostimolatori, elettrodi impiantati nel cervello o subdurali
  • è portatore di impianti per l’udito
  • è in gravidanza

 

Quali consigli per arrivare preparati all’esame?

Per un’accurata valutazione occorre che il soggetto:

  • Sia a digiuno di cibo da almeno 4-5 ore e non abbia bevuto eccessive quantità di liquidi a ridosso della misurazione
  • Abbia svuotato completamente la vescica
  • non abbia svolto attività fisica da almeno 12 ore
  • non abbia consumato alcolici da almeno 24 ore.
  • non presenti febbre

 

Il BIA test è di routine nel protocollo di EMOTIFOOD.

 


  • Sentirsi in forma e stare bene con e nel proprio corpo, non significa pesare poco. Il numero sulla bilancia non è tutto. Conoscere la composizione corporea è fondamentale per fare una valutazione obiettiva e concreta.
  • La bioimpedenza è utile alla dietista per impostare un piano alimentare adeguato alle esigenze della persona e per valutare, durante i controlli successivi, l’adeguatezza del trattamento.
  • La bioimpedenza è utile a chi la fa perché aumenta la consapevolezza sulla propria condizione corporea e sui cambiamenti che avvengono durante il percorso, evitando così di focalizzarsi eccessivamente sul peso misurato dalla bilancia
  • Il BIA test è per tutti, tutti possono eseguirlo, pochi sanno interpretarlo. È importante rivolgersi a personale esperto in grado di leggere, ma soprattutto di interpretare i dati forniti dallo strumento.

Emanuela Russo
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Bioimpedenza clinica. Analisi vettoriale e composizione corporea – Antonio Piccoli – Forum Service Editore S.p.a.